Barbados, Caraibi da Eden

Inghilterra e Caraibi. È Barbados, mix irresistibile tra la pettinata geometria britannica e la scarmigliata spensieratezza tropicale. Suadente e magnetica, Barbados – per trecentotrentaquattro anni parte dell’impero britannico, sino al novembre del 2021 -, che al bianco delle spiagge affacciate su onde color turchese contrappone aspre scogliere a picco sull’Oceano Atlantico. A ovest Nettuno lambisce la costa accarezzandola, mentre a est il mare spumeggia con vigore e s’infrange sullo spaccato più selvaggio dell’isola, punteggiato da brughiere. Un continuo gioco di sponda e di contrasti, Barbados: disegnata da architetture coloniali inglesi, nell’entroterra è percorsa da piantagioni di canna da zucchero mentre negli abissi tutela relitti di navi naufragate nei secoli scorsi, oggi presenti tra i fianchi vulcanici e la barriera corallina “frangiata”. Un habitat naturale dalle cromie cangianti, un eterogeneo mondo marino con coralli, barracuda, mahi mahi, wahoo, kingfish, marlin e tartarughe Hawsbill. Preludio di avventure alla scoperta di paesaggi pelagici sono gli oltre quaranta siti di immersione, con escursioni diurne e anche notturne, idonee a tutti i livelli di abilità. L’ottima visibilità e la temperatura dell’acqua – che si attesta generalmente oltre i venticinque gradi centigradi -, infatti, rendono l’isola una “destinazione diving” perfetta per tutti. Soprattutto tra febbraio e maggio – quando vi sono meno precipitazioni -, ma anche a giugno, luglio e novembre. Paradiso del surf, Barbados vanta venti sognati dai migliori surfisti worldwide: da ottobre a marzo le onde corrono tra i due e i dodici piedi, mentre il resto dell’anno l’altezza massima è di sei piedi.

Rum, fondali e cristalli

Isola della canna da zucchero e del rum – che si produce in loco da quattro secoli -, Barbados affascina per il suo procedere nell’alveo delle tradizioni inglesi: la guida è a sinistra, il tè delle cinque di pomeriggio è un rito irrinunciabile, lo sport più popolare è il cricket e i ritratti della regina Elisabetta II e di re Carlo III sono disseminati ovunque. Così come costellano il mare di Barbados le navi nei fondali, primo fra tutti il Folkestone Marine Park – situato al largo del villaggio di Fitts, sulla costa occidentale -, che ospita nelle sue acque il relitto della celebre – nonché visitabile – nave Stavronikita. Le navi da cargo Pamir e Friar’s Crag, invece, più a nord, sono due navi gemelle dalla sorte differente: la prima, situata in un punto riparato non lontano dalla costa, è ancora miracolosamente intatta, mentre la seconda è quasi completamente distrutta. Quanto rimane della Friars Craig, invece, a ovest e a sud dell’isola, è diventato habitat naturale di centinaia di razze e di tartarughe marine. E da non perdere a Barbados è proprio il bagno con le tartarughe Hawksbill partendo in barca da Carlisle Bay che oltre a essere il porto di Bridgetown è anche e soprattutto un parco marino protetto che custodisce nelle sue acque sette relitti di navi così vicine fra loro da poter essere esplorate durante un’unica immersione. Non solo diving, però. A Barbados si può scendere a quaranta metri di profondità a bordo degli Atlantis Submarines, sottomarini con una trentina di posti e con oblò che consentono di ammirare i fondali, l’oro rosso dei coralli e una miriade di pesci caraibici. Nell’entroterra, intanto, tutto un susseguirsi di giardini botanici e laghetti, parchi e riserve naturali, fiumi e grotte sotterranee: fra queste l’Harrison’S Cave e la sua “Sala dei cristalli”. Lunga una quarantina di metri, è forziere prezioso di stalattiti e stalagmiti di quarzo scintillante.

 

Luciana Francesca Rebonato per Sartoria Linguistica

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